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Come monitorare correttamente il ciclo estrale, in vista di un accoppiamento…

Quante volte l’allevatore si rivolge allo Specialista Veterinario perché la sua femmina è rimasta vuota malgrado si sia accoppiata? Le richieste simili, presso le nostre Strutture Affiliate, sono davvero all’ordine del giorno.

Vediamo, in questo articolo, come è corretto monitorare il ciclo estrale della cagna al fine di ottimizzare il concepimento e garantirsi una cucciolata sana e numerosa.

Come abbiamo già spesso illustrato nel nostro Journal in più articoli, il ciclo estrale della cagna si compone di 4 fasi diverse, ciascuna delle quali caratterizzata da un tipico assetto ormonale. Se gli schemi fanno per voi, anticipiamo una immagine che potrebbe fornire una idea iniziale degli eventi che si susseguono durante il ciclo della cagna, in particolare nelle tre fasi “clou” da attenzionare.

andamento ormonale del ciclo estrale nella cagna

Come possiamo già notare, gli elementi che balzano subito all’occhio da questa immagine sono 3:

  • gli estrogeni, che rappresentano l’ormone che da il via a tutto il “meccanismo” del ciclo;
  • la corneificazione delle cellule dell’epitelio vaginale, conseguente allo stimolo estrogenico;
  • il progesterone, ormone importantissimo per avviare e mantenere la gravidanza.

In questa immagine non viene presa in considerazione la quarta fase, quella dell’anaestro, che rappresenta la fase di silenzio riproduttivo e per noi, che vogliamo una cucciolata, non è utile.

Eventi ormonali in Proestro

Il proestro rappresenta l’inizio del ciclo estrale (comunemente diciamo che la cagna é “entrata in calore“), ed è rappresentato dalla presenza di perdite ematiche vulvari. La sua durata complessiva è di 9 giorni in media (in alcune cagne può essere fisiologicamente più lungo o più corto, a seconda di taglia e razza).

In questa fase l’ormone predominante è l’estradiolo, che causa tutta la sintomatologia tipica del calore e prepara la mucosa vaginale ad accogliere il pene maschile per l’accoppiamento, modificando appunto l’aspetto della mucosa stessa e “cheratinizzandola“.

Un altro ormone, l’ormone rilasciante le gonadotropine o GnRH, viene secreto in modo pulsatile dall’ipofisi anteriore, stimolando le ovaie a produrre FSH (o ormone follicolo-stimolante) ed LH (ormone luteinizzante): questo meccanismo provocherà, in estro, l’ovulazione dei follicoli ovarici e la maturazione degli ovociti perché siano pronti ad essere fecondati dallo spermatozoo.

Eventi ormonali in Estro

Durante la fase estrale vera e propria, le perdite ematiche iniziano a scemare (ma attenzione: in alcune cagne le perdite possono essere presenti anche durante la fase fertile e di disponibilità all’accoppiamento, senza che questo rappresenti un problema per l’accoppiamento o per il concepimento).

In questa fase la corneificazione delle cellule dell’epitelio vaginale raggiunge circa il 75% e l’accoppiamento può avvenire. 

Gli ormoni dominanti di questa fase sono due: l’ormone luteinizzante, che raggiunge il suo picco 48h prima dell’ovulazione, stimolando la maturazione degli ovociti ovulati, e il progesterone, la cui concentrazione aumenta progressivamente sino a raggiungere un livello che si manterrà costante per consentire alla gravidanza di procedere correttamente.

Dall’ovulazione, gli ovociti della cagna devono obbligatoriamente maturare per essere fecondabili. Per questo processo sono necessarie 48h dal momento ovulatorio. Un accoppiamento o una fecondazione troppo precoci esiteranno in una cucciolata numericamente scarsa o addirittura in un mancato concepimento. Parimenti, un ovocita “vecchio” che sia stato liberato da più di 5 giorni, inizia un processo di invecchiamento e morte, e un accoppiamento tardivo rischia di non trovare ovociti sufficientemente giovani e pronti da fecondare.

Ecco entrare in gioco l’importanza di un corretto monitoraggio del ciclo.

Molti allevatori sottovalutano l’importanza di un corretto monitoraggio del ciclo estrale, affidandosi a metodi di calcolo tradizionali come la “conta dei giorni“… se, da un lato, è vero che la specie canina segue dei pattern specifici in termini di tempistiche, è anche vero che la convivenza del cane con l’uomo, l’utilizzo di alimenti commerciali e lo stile di vita stressogeno che caratterizza il nostro millennio possono avere effetti modificanti anche sui tempi ovulatori di una cagna.

Pertanto, se vogliamo che i nostri sforzi economici e di tempo non siano vani, dobbiamo affidarci a tecnologie che oggi, con le conoscenze scientifiche che possediamo, siano in grado di ottimizzare gli sforzi volti all’ottenimento di una cucciolata.

Cosa e quando valutare, durante il ciclo estrale?

A questo punto vi starete chiedendo: “si, ma allora che devo fare?”. 

Ecco alcune semplici regole per step da rispettare per massimizzare che chances di concepimento della nostra femmina.

  1. Presentare la vostra riproduttrice per un tampone camiciato cervicale: la promiscuità degli accoppiamenti che in un allevamento caratterizza la selezione e la partecipazione ad eventi con la presenza di un gran numero di cani (expo) spesso portano alla diffusione di infezioni che decorrono in forma subclinica, anche senza creare problemi di salute ai riproduttori, ma che esitano in ipofertilità o addirittura in infertilità, o ancora alla nascita di cuccioli deboli che muoiono pochi giorni dopo il parto. Per questo motivo il primo step da non dimenticare è di presentare al proprio Specialista di fiducia la cagna in proestro per eseguire, in seconda giornata, un tampone camiciato paracervicale per la ricerca di patogeni che possano impedire o compromettere la gravidanza;
  2. Iniziare a monitorare i progressi del ciclo attraverso la colpocitologia: suggeriamo di iniziare a valutare i movimenti ormonali affidandovi inizialmente all’esame colpocitologico, indagine non economicamente impegnativa e di zero stress per la cagna. Valutare lo striscio vaginale vi darà indicazioni su quando iniziare a monitorare l’andamento ormonale;
  3. Misurare i valori della progesteronemia: quando la cheratinizzazione dell’epitelio vaginale inizia ad avvicinarsi al 55-60%, suggeriamo di iniziare prelievi seriali per il monitoraggio dei livelli di progesterone. 

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attenzione!

fatevi sempre dire con quale macchinario viene eseguita l'analisi, e in quale unità di misura sono espressi i risultati ottenuti dalla stessa (non tutte le macchine sono uguali, e ng/ml non è uguale a nanomoli/L)!

Misurate la progesteronemia SEMPRE CON LO STESSO strumento, non cambiate metodo di misura da un laboratorio all'altro, o il monitoraggio risulterà impreciso.

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